Storia dei carabinieri by Gianni Oliva

Storia dei carabinieri by Gianni Oliva

autore:Gianni Oliva [Oliva, Gianni]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


I carabinieri in Eritrea e a Creta

La partecipazione alla campagna d’Eritrea costituiva il primo significativo impiego dell’Arma fuori dai confini nazionali. Con il piccolo corpo di spedizione del colonnello Tancredi Saletta, sbarcato sulla spiaggia di Massaua il 5 febbraio 1885, c’erano dieci carabinieri, agli ordini del tenente Antonio Amari di Sant’Adriano. Aumentato poco dopo a 73 unità, il drappello veniva organicamente costituito in sezione il successivo 7 marzo e trasformato in compagnia carabinieri d’Africa nel luglio 1887, quando la forza era portata a 3 ufficiali e 93 sottufficiali e uomini di truppa, al comando del capitano Antonio Boy. Inizialmente il servizio dei carabinieri era limitato alla circoscritta zona litoranea di Massaua-Monkullo-Archico, ma con la progressiva avanzata dell’esercito coloniale (portato a 13 mila uomini nel novembre 1887, dopo l’episodio di Dogali, e affidato dapprima al generale Alessandro Asinari di San Marzano, quindi al generale Antonio Baldissera e infine al generale Oreste Baratieri) il territorio da controllare veniva a estendersi dalla costa dancala fino all’altopiano. Oltre alle normali incombenze di polizia militare, essi dovevano assicurare il controllo di una zona occupata, dove la presenza delle truppe italiane era ovviamente avvertita come nemica e ostile. Le norme del Regolamento di servizio in guerra del 1888 prevedevano infatti che «le sezioni assegnate agli stati maggiori delle unità di guerra saranno più specialmente incaricate della polizia locale da esercitarsi nella zona o località occupata dal rispettivo reparto» e stabilivano come compiti specifici dei carabinieri «vigilare sulle persone sospette di esercitare lo spionaggio e sui predoni; perlustrare, al termine di un fatto d’armi, il terreno ove esso si sia svolto e arrestare le persone che vi si aggirassero per fare bottino; vigilare nell’interno e nelle adiacenze dei campi e degli accantonamenti e in prossimità delle colonne in marcia».43 La molteplicità degli impegni e le difficoltà connesse alla scarsa conoscenza del territorio e della lingua determinarono una soluzione inedita, che sarebbe stata ripresa e ampliata durante la campagna del 1935-36: il 15 ottobre 1887 erano arruolati nel reparto dell’Arma due plotoni di zaptiè di 25 uomini ciascuno, tratti dalla popolazione indigena. «Essi facevano parte della compagnia carabinieri per attribuzioni e compiti istituzionali, ma erano considerati fuori organico in quanto amministrati, all’epoca, dal ministero degli Affari Esteri. Ebbero come distintivo una fascia di lana rossa intorno alla vita e una mappa azzurra sul tarbusch [copricapo a forma di alto fez] di colore rosso. Ogni plotone di zaptiè era comandato da un buluk-basci, grado equivalente a sottufficiale.»44 La collaborazione degli zaptiè si rivelava essenziale per la loro conoscenza della regione ed è significativo che i successivi aumenti di organici della compagnia carabinieri riguardassero solo il contingente indigeno: 82 nel 1892, 95 nel 1894, 150 nel 1895, con a capo un jusbasci, grado corrispondente a quello di ufficiale subalterno.

Gli spostamenti dell’esercito comportavano una conseguente ridistribuzione delle forze di polizia al seguito: l’occupazione di Adua e di Adigrat nel 1895 portava così al trasferimento della compagnia da Massaua ad Asmara e alla costituzione di una nuova sezione a Adì Ugri, in seguito spostata a Adì Caieh.



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